Cara Destra Americana…
Di Kevin Carson. Originale pubblicato il 19 settembre 2025 con il titolo Dear American Right. Traduzione italiana di Enrico Sanna.
La “retorica violenta” arriva a casa vostra Kirk è il nuovo Horst Wessel, o Ernst vom Rath, o l’incendio del Reichstag?
È dall’assassinio di Charlie Kirk mercoledì scorso che politici e opinionisti di destra schiumano di rabbia, mentre i vittimisti danno la colpa alla “retorica violenta della sinistra” e cercano di sfruttare il fatto come pretesto per soffocare o reprimere l’opposizione. L’estrema destra cerca di farne un martire sul modello di Horst Wessel (squadrista delle SA a cui fu dedicata una marcia nazista) o di Ernst vom Rath (diplomatico tedesco il cui assassinio a Parigi offrì il pretesto per la Notte dei cristalli), oppure si paragona l’atto all’“incendio del Reichstag” facendone il pretesto per chiedere: “fate come Bukele”.
Personaggi liberali e centristi come Ezra Klein e Gavin Newsom si sforzano ossequiosamente di ricordare Kirk come uno che “agiva correttamente” e incoraggiano la gente a “continuare la sua opera”. Perché nonostante decenni di prove contrarie che anche un bambino di tre anni capirebbe, sono convinti che se si mostrano scodinzolanti la teppaglia di destra li lascia in pace. Molto più dei propagandisti di estrema destra, è la codardia e l’opportunismo di quelli come Klein e Newsom a far sì che milioni di persone, che mai hanno sentito parlare di Charlie Kirk e ignorano le schifezze che diceva, pensano che fosse un opinionista rispettoso e in buona fede.
E questo è un grave errore. Concedere il dibattito è un regalo che ringalluzzisce i fascisti e rafforza le loro posizioni, e che allo stesso tempo indebolisce l’opposizione e delude chi invece si aspetta una risposta forte.
Occorre reagire ai tentativi di manipolazione mostrando ciò che realmente diceva, faceva e rappresentava Charlie Kirk. Così Ilhan Omar: “Molti ne parlano come di uno che cercava il dibattito civile. Sono bugie e devono essere denunciate come tali dall’alto della nostra rabbia.”
Questo ovviamente non significa che meritava una fucilata. Non era una minaccia imminente tale da giustificare l’uso della forza letale per autodifesa. E poi anche i peggiori possono sempre imparare, crescere, cambiare e migliorare: cose che ora gli sono precluse per sempre.
Donald Trump è stato tra i primi a sfruttare la morte di Kirk facendone una scusa per perseguitare i suoi nemici:
Gli americani e i media devono rendersi conto che la violenza e l’assassinio sono la tragica conseguenza della demonizzazione di chi la pensa diversamente, ogni giorno, anno dopo anno, nel modo più sprezzante possibile.
Per anni l’estrema sinistra ha paragonato persone meravigliose come Charlie ai nazisti e ai peggiori stragisti e criminali. Queste retoriche sono direttamente responsabili del terrorismo che oggi vediamo nel nostro paese, e noi dobbiamo fermarle ora.
La mia amministrazione troverà tutti quelli che hanno contribuito a questa atrocità e ad altre violenze politiche, comprese le organizzazioni che li finanziano e li sostengono, e anche chi si scaglia contro la nostra magistratura, le forze dell’ordine e tutti quelli che mantengono l’ordine. Dall’attentato contro di me l’anno scorso a Butler, in Pennsylvania, agli attacchi contro gli agenti dell’immigrazione allo spregevole assassinio di un manager della sanità per strada a New York fino alla sparatoria contro il rappresentante della maggioranza alla camera Steve Scalise e altri tre, la violenza dell’estrema sinistra ha colpito troppe persone innocenti e preso troppe vite.
Il giorno dopo, parlando nel cortile sud della Casa Bianca, ha detto:
Nella vita dobbiamo essere coraggiosi e onesti. Forse non dovrei essere qui a parlarvi di onestà, ma il coraggio dobbiamo averlo. Il nostro è un grande paese. Dobbiamo fare a pezzi questi pazzoidi di estrema sinistra.
Da notare che tutta questa indignazione per la “demonizzazione” di Kirk descritto come un nazista viene da uno che, come vedremo, ha più volte demonizzato i propri nemici politici e interi gruppi demografici definendoli estremisti comunisti, marxisti, fascisti, feccia della società e avvelenatori del vivere civile.
Immagino che anch’io che scrivo queste cose posso essere classificato da Trump come istigatore del terrorismo. Come nota A.R. Moxon, “i conservatori americani tendono a proiettare ciò che essi dicono e fanno sugli altri, per poi dire che sono una minaccia contro loro stessi.”
Katie Miller, conservatrice, moglie e consigliere politico di Stephen Miller, noto razzista filonazista, si lamenta: “Dite che noi siamo il nuovo Hitler. Dite che siamo nazisti o razzisti, ma siete voi che avete le mani sporche di sangue.”
Mollie Hemingway, caporedattrice di The Federalist, si lamenta per “i media e gli attivisti democratici più in vista che aprono la stagione di caccia ai conservatori.” Sean Davis, amministratore delegato e cofondatore di The Federalist, scrive su Tweeter: “Spero che ora Trump ordini la distruzione di tutta la rete anarco-terrorista che terrorizza impunemente i cristiani di questo paese da oltre un decennio.”
Più a destra abbondano i richiami ufficiali alle armi contro sinistra, liberal e “partito democratico”. Ad esempio Joey Mannarino: “Il partito democratico dev’essere classificato come organizzazione terroristica interna e i loro iscritti e leader trattati di conseguenza.” E ancora:
Trump deve fare come Bukele. Subito.
Sbattete in galera questi terroristi.
E Matt Forney, nazionalista bianco, va oltre:
L’assassinio di Charlie Kirk è l’incendio del Reichstag americano. Serve un giro di vite a sinistra. Arrestare tutti i politici democratici e bandire il partito in quanto organizzazione mafiosa. Tutti i sinistrorsi devono essere messi a tacere. Terrorismo stocastico: questo è quello che fanno.
La sinistra deve pagare. Bisogna bandire il partito democratico. Chiudere la CNN e la MSNBC. Tribunali militari. In galera tutti quelli a sinistra di Lindsay Graham: SONO LORO LA CAUSA DI TUTTO.
Nelle interviste sulla stampa tradizionale abbonda il vittimismo della destra. NPR, nell’edizione del mattino dell’undici settembre, riportava un’intervista ad un paranoide “di un’importante organizzazione conservatrice” il quale dava la colpa del fatto all’opera di “demonizzazione” della sinistra. Quando Michel Martin ha ricordato casi di demonizzazione estrema da parte della destra, la risposta è stata isterica: “Adesso capisco perché vi hanno tolto i fondi.”
I fatti: la violenza appartiene alla destra
Ma c’è dell’altro. Come sottolinea Alex Nowrasteh, negli ultimi anni per ogni caso di violenza di sinistra ce ne sono stati sei di destra. Alcuni importanti fatti recenti:
• L’uomo che a giugno ha ucciso il parlamentare statale democratico Melissa Hortman e suo marito Mark in casa loro era un sostenitore di Trump.
• L’uomo accusato di aver tentato di uccidere lo scorso aprile il governatore democratico della Pennsylvania Josh Shapiro era un sostenitore di Trump.
• L’uomo condannato per aver orchestrato due anni fa sparatorie in casa di quattro rappresentanti democratici nel Nuovo Messico era un sostenitore di Trump.
• L’uomo che cercò di rapire l’allora capogruppo democratico alla camera Nancy Pelosi e che aggredì suo marito Paul nel 2022 era un sostenitore di Trump.
• Gli uomini che progettavano di impiccare Mike Pence il sei gennaio 2021 erano sostenitori di Trump.
. L’uomo che nel 2020 ha ucciso il figlio del giudice distrettuale Esther Salas, nominato da Obama, era un sostenitore di Trump.
• Gli uomini condannati per tentato rapimento, nel 2020, del governatore democratico del Michigan Gretchen Whitmer erano sostenitori di Trump.
• L’uomo che nel 2018 ha spedito un ordigno artigianale a casa di Barack Obama, Joe Biden, Hillary Clinton e altri importanti politici democratici era un sostenitore di Trump.
• L’uomo che nel 2017 a Charlotteville ha ucciso l’attivista di sinistra Heather Heyer investendola durante una manifestazione era un sostenitore di Trump.
Non esiste un elenco equivalente, anche soltanto simile, di sostenitori di Obama o Biden accusati di omicidio, tentato omicidio o aggressione contro repubblicani o conservatori negli anni recenti. Secondo i dati statistici pubblicati dal Center on Extremism (Lega antidiffamazione), nel 2024 per il terzo anno consecutivo tutti gli assassinii ricollegabili ad attività estremiste negli Stati Uniti sono stati opera di… persone di destra.
Storicamente, la violenza politica negli Stati Uniti è perlopiù di destra. La violenza di personaggi potenti e loro intermediari (violenza di stato, paramilitare e privata) contro popolazioni assoggettate e marginalizzate, la violenza compiuta per tenerli soggiogati e rimetterli in riga quando sgarrano è una costante di tutta la storia del paese. Le pattuglie che andavano a caccia di schiavi fuggitivi, le diverse versioni del Klan, le milizie antisciopero, Pinkerton e la legione americana, le retate di Palmer, le sommosse dei bianchi che diedero vita a centinaia di “sundown town” (città in cui i neri rischiavano l’aggressione per strada a opera del Ku Klux Klan, NdT), il COINTELPRO e l’assassinio di Fred Hampton… tutto questo è americano come la torta di mele. In tutta la storia americana, ad ogni conquista da parte di gruppi emarginati o lavoratori ha corrisposto la stessa reazione della destra: forze paramilitari e violenza privata.
Spesso sono persone di destra ad ammetterlo. Fanno dell’ideologia “dura” un tratto distintivo, condannano “il peccato dell’empatia” celebrando la violenza (“Dio, fucile, ardimento”) madre del paese. I liberal sono visti come codardi smidollati, accusati spesso di essere incapaci di usare la forza in una futura guerra civile.
Il linguaggio demonizzante e violento di Charlie Kirk
Anche Charlie Kirk da tempo demonizzava gli avversari politici e gli emarginati, definendoli una minaccia esistenziale. Come si vede qua:
Il partito democratico vuole tutto ciò che dio odia… Spero che facciate un sermone dicendo che il partito democratico crede in tutto ciò che dio odia.
E a proposito di chi aveva aggredito a martellate il marito di Nancy Pelosi:
Perché nessuno lo libera pagando la cauzione? … Se qualcuno a San Francisco o nei dintorni vuole fare l’eroe di mezzo termine, può pagare la cauzione. Credo che sia sui trenta, quarantamila dollari.
La pena di morte, diceva, non solo doveva essere pubblica, ma dovevano anche assistervi i bambini. “La pena di morte dovrebbe avvenire in pubblico, dovrebbe essere trasmessa in televisione. Credo che a una certa età sia come un’iniziazione… A che età si dovrebbe iniziare ad assistere a un’esecuzione?”
Ovviamente ripeteva spesso la tesi del genocidio dei bianchi, con gli ebrei parte importante:
Ad ottobre del 2023, subito dopo l’attacco di Hamas a Israele, Kirk si attirò le critiche stigmatizzando gli ebrei che facevano donazioni alle università americane: “Con le vostre donazioni ad istituzioni che coltivano l’antisemitismo e approvano il genocidio, state finanziando la vostra stessa fine.”
Qualche settimana più tardi, al “Charlie Kirk Show”, disse che gli ebrei controllano “non solo i college, ma anche le associazioni benefiche, il cinema, Hollywood, tutto quanto.”
E aggiunse: “il motore principale della politica radicale, neoliberale, pseudomarxista, delle frontiere aperte, delle istituzioni culturali e benefiche” è la “filantropia ebraica”.
Nonostante ciò, Ashley Rindsberg continuava a criticare chi diceva che Kirk diffondeva “complottismi cultural-marxisti antisemiti”; perché, disse, “tutti sanno che Kirk è uno dei più influenti sostenitori nazionali degli ebrei americani.”
Ovviamente, Kirk diffondeva anche il mito della persecuzione dei bianchi.
Giorno e notte nelle città americane ci sono neri che si aggirano furtivamente e prendono di mira bianchi per gioco. È un fatto e succede sempre più spesso.
… Diciamolo: ogni anno, più di seicento donne bianche vengono uccise da uomini di colore. Seicento donne tutti gli anni. Lo sapevate? Dai neri. Ogni anno seicento donne bianche vengono uccise da neri. Uno proprio qua, a Scottsdale; sì, era un ispanico, poteva essere mulatto, non importa. Una ragazza di venticinque anni, passava per un sentiero, un ispanico arriva a la pugnala a morte.
Definiva George Floyd “un rifiuto della società”, e lanciava l’allarme “genocidio bianco” come quello che starebbe accadendo in Sudafrica.
Andremo a finire come in Sudafrica. Ecco dove finiremo. Vogliono il genocidio dei bianchi…
Quanto… tra l’altro, perché i bianchi non fanno nulla? Perché se ne stanno seduti e lasciano che le aziende americane diano tutti i posti di lavoro a chi non è bianco distruggendo la meritocrazia?
E la ciliegina sulla torta razzista:
Se tre settimane fa avessimo detto […] che Joy Reid, Michelle Obama, Sheila Jackson e Ketanji Brown Jackson sono frutto della discriminazione costruttiva avrebbero detto che siamo razzisti. Ma ora sono loro a venire allo scoperto e a dirlo! Vengono fuori e dicono: “Io sono qua solo per merito della discriminazione costruttiva.”
Sì, lo sappiamo: non hai abbastanza materia grigia da farti prendere sul serio. Dovevi rubare il posto ad un bianco perché ti prendessero sul serio.
Sullo stesso tono: “…se al servizio clienti ho a che fare con una stupida nera, io non… Mi chiedo: è qui per merito suo o della discriminazione costruttiva?”
Per non dimenticare LGBT, e soprattutto i transessuali.
Questa è gente malata… Mi dispiace vedere lo svilimento dell’uomo americano,” dice Kirk. “Qualcuno dovrebbe prendere in cura (sic) la cosa come si faceva negli anni Cinquanta, Sessanta.
Definiva “quella roba trans che adesso va in America” “un ghigno fatto a Dio”, e chiamando Lia Thomas col nome originario, disse: “sei una bestemmia”. E citando un passo della Bibbia usato per giustificare la lapidazione degli omosessuali, lo definì “la legge divina perfetta in materia sessuale”.
E poi quest’altra, a proposito di “incitazione alla violenza politica”: “Joe Biden è un dittatore imbranato, ha l’Alzheimer ed è corrotto, e onestamente dovrebbe andare in galera e/o finire sul patibolo per i crimini contro l’America.”
Tolti gli attacchi violenti tipici della destra, Kirk era piuttosto tiepido ai richiami alla violenza da parte dei suoi seguaci più entusiasti. Ad una manifestazione nell’Idaho, qualcuno dei presenti chiese: “Quand’è il momento di prendere i fucili? … Quanti voti dovranno rubare prima che li uccidiamo?” Kirk premette di stare dalla sua parte, ma subito dopo mette in guardia contro l’uso di termini “troppo crudi”, perché facendo così “si fa il loro gioco” e conclude concordando che “viviamo in un regime fascista”.
Charlie il finto “amico della libertà di parola” e il vero totalitario
Che fosse un “sostenitore della libertà di parola” è falso. Questo “amico della libertà di parola” si inventò un Professor Watchlist (letteralmente, lista dei sospettati, NdT), a cui invitò gli studenti a denunciare quei professori che dicevano cose “woke” in classe al fine di aizzargli contro i cani. Uno di questi professori, Stacey Patton, dichiarò:
Io sono nella lista nera di Charlie Kirk.
Questo “Professor Watchlist”, che agisce sotto l’egida di Turning Point USA, non è altro che un elenco digitale di possibili obiettivi accademici che osano dire la verità contro il potere. Io ci sono finito dentro nel 2024 dopo aver scritto un commento che ha mandato in escandescenze i fedeli del MAGA. Scritto il mio nome, la macchina della persecuzione è partita in quarta.
I miei indirizzi email e voicemail sono stati tempestati di chiamate per settimane. Telefonavano perlopiù uomini bianchi che sputavano veleno: “stronzo”, “culattone”, “sporco negro”. Facevano le minacce più assurde.
Hanno intasato le linee delle pubbliche relazioni dell’università e del rettore chiedendo che fossi licenziato.
Ora, dopo quello che è successo, i suoi vogliono riscrivere il suo passato di violenze verbali presentandolo come “polemista” e voce della ragione. Prendiamo ad esempio James Woods:
La sinistra dice di volere “il dialogo”. Che è quello che Charlie Kirk faceva. E nella fossa dei leoni, nientemeno, in ambienti di sinistra, con la speranza che prevalessero i fatti e il buonsenso. L’hanno ucciso per questo.
Su Reason Robby Soave, aspirante IDW, è scatenato: “Lui non stava confinato tra i convertiti, gli piaceva gettarsi nella mischia e dibattere con liberali e gente di sinistra, tanto più se erano tanti.” Liz Wolfe, sua collega, che come lui parla di donne di colore “assunte con la discriminazione costruttiva,” è altrettanto adulatoria: “Amava l’arte della persuasione e del dibattito, voleva cambiare le opinioni altrui, plasmare la mente con una dialettica brutale, come spesso capita.”
Detto dal profondo del cuore, sono tutte idiozie. Il “dibattito” di Kirk era di per sé distruttivo.
Qualcuno dell’uditorio: Quanti transessuali americani stragisti ci sono stati negli ultimi dieci anni?
Kirk: Troppi.
E quante stragi sono state compiute nello stesso periodo?
Kirk: Contando quelli che facevano parte di bande criminali?
La persona dell’uditorio vuole sapere quanti assassini transessuali e quanti in totale così da poter fare le proporzioni e dimostrare che solo una piccolissima frazione delle stragi è opera di transessuali. Kirk intuisce la trappola e devia il discorso passando dalla demonizzazione dei transessuali a quella dei non bianchi. Capisce che sta per fare una figuraccia in uno dei suoi preziosi “dibattiti” e ricorre ai sofismi per evitarla. Mike Masnick descrive il suo modo di “dibattere” alla Duane Gish:
Si presenta con una serie di ragionamenti illogici, argomenti senza senso e domande a trabocchetto pensate apposta per far arrabbiare studenti inesperti e inondare i social con lui che “smerda il pubblico”.
La destra ci vedeva un esempio delle proprie capacità critiche. Così Jack Posobiec descrisse falsamente la sua ultima figuraccia: “Charlie è morto combattendo, alzando la sua voce a proposito della violenza e del caos del nostro paese. Il suo ultimo atto pubblico è stato una voce chiara e coraggiosa nella tempesta.”
L’ideale kirkiano di “dibattito” era infatti un esempio vivente dell’inutilità e della banalità dei cosiddetti “ideali conservatori” da cui noi, a parer loro, ci escludiamo per rinchiuderci nelle nostre “bolle” o “casse di risonanza”.
Kirk era un caso tipico di retorica eliminazionista violenta di destra
Come visto, la violenza è sempre stata connaturata alle ideologie della destra e delle strutture di potere americano. È parte costituente dello “stile paranoico della politica americana”. Con la nascita della Nuova Destra dopo la Seconda Guerra Mondiale nascono personaggi come Phyllis Schlaflys e Willis Cartos, e il nonno che rovina la festa mugugnando contro “George Soros” e i “globalisti”.
Ma la svolta decisiva in direzione del discorso violento si è avuta con l’elezione di Barack Obama, che ha fatto delirare di rabbia una grossa fetta della popolazione bianca facendo nascere il cosiddetto Tea Party. Da allora è andata in crescendo con programmi scaturiti dai vari Chan: Gamergate, Comicsgate, StandWithVic, il movimento dei Diritti del Sesso Maschile, e altri che friggono il cervello di milioni di giovani, seguiti dalle assurdità di Me Too, MAGA, QAnon e antivax. L’ondata di panico contro la “ideologia transessuale” è frutto di un progetto finto popolare, più o meno come il movimento antiabortista degli anni Settanta, ma ha contribuito a friggere il cervello degli uomini bianchi. La destra grida contro la “teppaglia woke”, ma la vera teppaglia è quella di Gamergate e altri che perseguitano persone come Anita Sarkeesian, Sarah Jeong e Leslie Jones con minacce di rapimento o di morte.
Non è esagerato dire che le minacce di morte sono diventate procedura standard della destra. Come nel caso di Tim Nordin, ad esempio, presidente del distretto scolastico di Eau Claire, che…
la primavera scorsa si trovava a casa prima di un consiglio scolastico a Eau Claire, nel Wisconsin, e leggendo le email ha trovato un messaggio di minacce di qualcuno che si firmava “Uccidete tutti gli Insegnanti Marxisti”.
“Ti uccido, ti sparo al prossimo consiglio scolastico perché diffondi atroci estremismi transessuali. È tempo di fare la guerra contro i pedofili come te. Ti uccido, te e la tua famiglia”…
Come nota l’articolista, questa è una logica conseguenza del linguaggio disumanizzante e eliminazionista della destra.
Vediamo personaggi di destra che continuano, falsamente, a definire “pedofili” le persone LGBTQ. Arrivano anche a parlare di insegnanti che “pedofilizzano” i bambini, e di medici che “mutilano” e “sterilizzano” i minori. Il risultato è un crescendo di minacce contro le cliniche e i distretti scolastici che accolgono transessuali, e contro alcuni dei loro dipendenti.
Poi vediamo deputati come quel texano che definisce la sua proposta contro gli immigrati senza documenti “spara, scava e stai zitto”. Come da tradizione in un paese che ha prodotto il Ku Klux Klan.
A destra, il primo a parlare di odio e violenza è Trump stesso. Quest’uomo non riesce a fare un semplice discorso senza disumanizzare e demonizzare i suoi nemici, parla di eliminazione, di “nemici interni” contro i quali invita a usare la forza. The Atlantic ha pubblicato un elenco di dichiarazioni incendiarie con cui Trump esalta o esorta alla violenza contro giornalisti e contestatori:
A proposito dei contestatori: “Forse dovevamo essere più duri, perché quello che ha fatto era assolutamente rivoltante.” “Se qualcuno sta per lanciare uova marce, gli pesti il muso, no?”
“Quelli che sanno prendere una persona e sbatterla a terra mi stanno simpatici!” (18 ottobre 2018, riferito all’allora deputato Greg Gianforte, che confessò al giudice di aver aggredito fisicamente un giornalista).
In due casi ha invocato il carcere per i giornalisti come strumento per costringerli a rivelare i loro informatori.
Con l’intento di offendere immigrati e partito di opposizione, Trump li ha definiti “parassiti”, “avvelenatori”, minaccia esistenziale:
Vi prometto che sradicheremo il comunismo, il marxismo e il fascismo, e tutti quei criminali di estrema sinistra che vivono come parassiti nel nostro paese, esseri falsi che rubano e fanno i brogli alle elezioni… Le minacce esterne sono molto meno gravi, inquietanti e pericolose di quelle interne. La nostra minaccia viene dall’interno.
Dico sempre che abbiamo due nemici… Abbiamo un nemico esterno e uno interno, e il nemico interno è peggio di Cina, Russia e tutti gli altri… Qui c’è pessima gente: gente malata, pazzi estremisti di sinistra. Non dovrebbe essere difficile, se occorre, per la Guardia Nazionale o, se proprio necessario, per i militari, sistemare la cosa.
I nemici li abbiamo in casa. E sono molto pericolosi, sono marxisti, comunisti, fascisti… Sono un pericolo per il nostro paese. Certo c’è la Cina, la Russia, tutti quei paesi. Ma quelli sono gestibili se hai un presidente in gamba. I peggiori sono quelli come la Pelosi, quelli sì che sono pazzi; quelli là sono il male.
A proposito degli immigrati clandestini: “Avvelenano la vita del paese”:
In Colorado sono diventati molto sfacciati. Si stanno prendendo pezzi dello stato. Liberarsi di loro sarà un affare sanguinoso. Non avrebbero dovuto mai entrare nel nostro paese ma nessuno li ha fermati.
L’articolo dell’Atlantic non cita il tentativo di Trump di provocare un pogrom razzista contro gli haitiani con l’accusa infamante che “mangiano gli animali da compagnia”, o la bugia ripetuta costantemente da Trump, Noem e Leavitt che gli immigrati che vengono arrestati (quando fanno domanda di adeguamento alle leggi sull’immigrazione, più facili da arrestare secondo Stephen Miller) sono “pericolosi membri della banda MS-13.”
Non ultimo, poi, una battuta sull’aggressione a martellate contro il marito di Nancy Pelosi: Trump ha pubblicato su Truth Social un’immagine scialba fatta con l’intelligenza artificiale in cui si vedono elicotteri che abbandonano una città in fiamme; in alto, una parafrasi dell’“odore di napalm” di Kilgore presa da Apocalypse Now e una dichiarazione di “guerra” contro Chicago.
Durante tutta la campagna elettorale del 2024, Trump, il suo staff e ausiliari come Marjorie Taylor Greene hanno tirato fuori storie prese dalla stampa di presunti reati violenti commessi da immigrati clandestini. Famoso il grido di Green, “Diciamo il suo nome: Lakin Reilly”, al discorso sullo Stato dell’unione. Tutto ciò nonostante tra gli immigrati, regolari o meno, il tasso di reati sia inferiore rispetto alla popolazione indigena. Ma come accade con i rari transessuali che uccidono, o con gli aborti tardivi, o con la criminalità in calo nelle grandi città (a Chicago ce n’è molto meno che in tanti stati repubblicani), le statistiche non contano: gli idioti vanno ad aneddoti, non statistiche.
Per chiudere, cito Erin Reed:
La violenza politica è corrosiva e non ci sono scusanti: l’uccisione di Charlie Kirk è stata un atto orribile. Ma non per questo dobbiamo sterilizzare la memoria di un uomo che augurava il male a chi la pensava diversamente e che diffondeva un messaggio di odio contro chi cercava il dialogo. Si può denunciare la sua morte senza per questo glorificarne il terribile passato.
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Source: https://c4ss.org/content/60812
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